TATOO: CHE COSA SIGNIFICA?
Tatoo significato
La parola Tatoo è un suono onomatopeico e deriva dal polinesiano <Tau Tau>. Letteralmente significa battere con un bastoncino di legno sulla punta che incide la pelle per fare un tatuaggio.
In Inglese si è trasformata in TATOO e significa appunto tatuaggio.
E’ certo che il capitano James Cook, nel suo diario di bordo del 1771, descrive i TATOO degli abitanti della Polinesia. Egli riferisce che questa tecnica è applicata anche ai bambini a partire dai 10 anni.
Ma la tecnica dei TATOO risale addirittura all’epoca paleolitica, come dimostrano dei reperti trovati in una grotta in Francia, ma anche in Sudamerica, in Nordamerica, in Siberia, in Cina, in Egitto e anche in Italia.
Tatoo la storia
I TATOO hanno, nel corso del tempo, seguito alterne vicende
La cultura greca del V secolo, in cui l’uomo ideale era – Kalos kai Agathos – ossia bello e buono, disprezzava i tatuaggi.
Bello e buono erano complementari e ciò che era bello non poteva che essere buono, e ciò che era buono era necessariamente bello. In una concezione del genere, in cui il corpo doveva essere perfetto, non c’era spazio per manipolazioni e tatuaggi.
Del resto sia la religione Islamica che quella Ebraica, anche oggi, vietano tutti i tatuaggi permanenti, ma permettono quelli temporanei con l’uso dell’henna, realizzati spesso a motivi floreali stilizzati, vere e proprie opere d’arte, tanto che le donne arabe e indiane sono solite tatuarsi con l’hennè le mani e i piedi per la loro prima notte di nozze.
In passato, fra primi Cristiani era molto diffusa la pratica di tatuarsi una croce sulla fronte: in questo caso, come spesso è avvenuto, ci si tatuava per esprimere l’appartenenza alla religione professata. ed era indifferente la classe sociale cui si apparteneva. Anche i Crociati avevano tatuato sul corpo la Croce di Gerusalemme per essere sepolti con rito cristiano in caso di morte.
” Stigmae” erano i tatuaggi romani praticati, però, dai Barbari: nessun nobile romano si sarebbe mai tatuato il corpo. Per i barbari i TATOO avevano lo scopo di contrassegnare le tribù, riconoscere alleati o nemici e incutere, con i disegni di animali spaventosi, timore in battaglia.
In seguito il Cristianesimo si è opposto in modo fermo alla moda dei tatuaggi, perché “rovinava ciò che era stato creato da Dio” (Costantino 325 a. C.) o associava la tecnica dei TATOO alla presenza di Satana ( San Basilio ).
Per lungo tempo il TATOO scomparve dall’Europa a seguito della bolla papale di Adriano I , che nel Concilio del 787 affermò il divieto assoluto dei Cristiani di tatuarsi.
Tatoo la moda
Soltanto James Cook riportò in Europa, all’inizio del 1800, il piacere e il desiderio di tatuarsi il corpo: i marinai impararono in oriente le tecniche, le portarono in Europa e in America e la moda si diffuse tanto rapidamente che in poco tempo nacquero i TATOO shop.
E’ certo che il tatuaggio è stato usato anche come marchio di infamia per identificare disertori, prigionieri o schiavi, ma più spesso ci si tatuava per esprimere pubblicamente l’appartenenza a qualche gruppo specifico.
Qualcuno considera il TATOO come un’affermazione di possesso del proprio corpo e di libertà di farne l’uso che si crede: per questo il tatuaggio è tanto importante in carcere, in quanto viene considerato simbolo di libertà.
Non è certo corretto, invece, quanto sosteneva Lombroso: che il TATOO sia nato nelle carceri e si debbano considerare delinquenti tutte le persone tatuate.